Le persone che chiedono il mio aiuto, in genere, arrivano nel mio studio e mi raccontano di sentirsi disorientate, soffocate, affaticate o, talvolta, esauste della vita stessa.

Queste sensazioni emotive sono spesso accompagnate da sensazioni fisiche assai disturbanti, i sintomi, di cui la persona vuole liberarsi una volta per tutte.

Il mio lavoro consiste nell’accompagnare la persona nella scoperta di quanto quei sintomi – ormai comprensibilmente insopportabili – non siano altro che la voce di una parte di sé, che si sente bisognosa di attenzioni ed inascoltata, e del conflitto tra le parti portatrici di bisogni tra loro diversi e contrastanti.

Accompagno la persona nell’esplorazione proprio di questo conflitto che le parti di sé, tanto sconosciute quanto cariche di energia, combattono da tempo. La trasformazione del conflitto in dialogo fa sì che l’energia intrappolata si sciolga, che la persona percepisca il proprio potere e che si arrischi ad usarlo con intenzione e soddisfazione.

L’esperienza corporea del nostro andare nel mondo, ossia le sensazioni fisiche associate a quello che viviamo, insieme alle emozioni che sperimentiamo, sono la bussola per orientarci ed il carburante per muoverci.

Scoprire quanto sia vero e reale ciò che sento (di me, nel mondo e nelle relazioni) e non ciò che penso ha un potere rivoluzionario e vitale.

L’esplorazione di quel che sento permette l’accesso alla “Scatola dei voglio” che ciascuno di noi conserva segretamente, per pudore o per timore o per mille ragioni in una vita intera.

Nel mio lavoro accompagno le persone nel fabbricarsi il coraggio per dissotterrare la propria scatola, aprirla e cominciare a rendere reali i propri desideri, agire scoprendo di essere capaci di procurarsi un’esistenza finalmente soddisfacente.

In questo percorso, la persona si accorge di essere abile a rispondere ai propri bisogni (respons-abile) e capace di fare spazio ad emozioni da cui di è tenuta alla larga per una vita.

Affinché tutto questo sia possibile, è necessario che la persona si dia il permesso di esprimersi, di dare voce e parole e movimento al proprio spazio interiore. È per questa via che avviene il cambiamento… La persona sperimenta nuove parole e nuovi gesti, per raccontare se stessa e le proprie alternative di vita, e ne apprezza il gusto e l’utilità.

Spesso lo spazio dell’immaginazione risulta quello più praticabile, in quanto percepito come meno rischioso: anche per questa ragione utilizzo la scrittura, la musica, il lavoro con il corpo, le fantasie guidate per offrire alla persona un terreno stabile, confortevole e creativo sul quale mettere in gioco le proprie risorse.

In questo spazio protetto, la persona trova la forza di incontrare quelle parti di sé che, talvolta, sono il risultato di un frantumarsi conseguente ad una esperienza (o ad una storia) traumatica.

Il trauma è una ferita, una vera e propria frattura che si produce dentro di noi; e che condiziona il modo in cui ci percepiamo. Le esperienze traumatiche precoci (famiglie conflittuali, figure genitoriali poco capaci/adeguate rispetto ai bisogni di sicurezza e amore del bimbo) lasciano segni profondi e dolorosi, rendendo la persona spesso incapace di dare valore a sé stessa.

Ricontattare i traumi è una via preziosa per liberare le parti di sé, intrappolate in un passato doloroso e soffocante, e prendercene cura nel presente, con rispetto, pazienza e coraggio.

Per la gestione di eventi traumatici, utilizzo l’approccio EMDR per la quale mi sono specializzata presso il CRSP e EMDR Europe.

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